PATRIZIA DI DIO (CONFCOMMERCIO PALERMO): “SICILIA ANCORA AL PALO CON DISOCCUPAZIONE AL DOPPIO RISPETTO AL RESTO DEL PAESE E NEL FRATTEMPO IMPRESE E COMMERCIO LANGUONO”

“Confcommercio Palermo non può che accogliere con favore le notizie che arrivano sul nuovo impulso e dinamismo regionale che riguarda la spesa per i fondi europei. L’incapacità strutturale di spendere tutto e di spenderlo bene è un difetto italiano, che affligge in particolare il Sud del Paese, ma la forza di voltare pagina ci fa non solo ben sperare ma ci offre la prospettiva di fare un balzo in avanti”. Lo afferma la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio. “Tuttavia, sarebbe meglio conoscere la frazione effettivamente spesa sul totale fondi disponibili. Un dato è certo, cioè che la Sicilia non attraversa una fase di grande sviluppo economico. Il valore aggiunto medio pro capite è oggi nella nostra Isola pari soltanto al 61,8% di quello medio italiano. Negli ultimi dieci anni le cose non sono affatto migliorate. Lo stesso rapporto – sottolinea Patrizia Di Dio – era pari a un più confortante 66,1% della media Italia. E per spiegare questo fenomeno è sufficiente ricordare che la perdita di prodotto per abitante in Italia, nel decennio 2007-2017, è stata pari al 7,5%, mentre in Sicilia ha superato il 13,5%, cioè quasi doppia, a testimoniare una maggiore fragilità dinamica della nostra economia rispetto al resto del Paese”.

“Va evidenziato che nel 2017, secondo i dati ufficiali dell’Istat – spiega Patrizia Di Dio – l’occupazione in Sicilia è cresciuta soltanto dell’1,1% e nella media dei primi tre trimestri del 2018 soltanto dello 0,2%, rispetto ai primi 9 mesi del 2017. Indicazioni che assumono toni drammatici se si considera anche che il tasso di disoccupazione in Sicilia che è pari al 21,4% (primi 9 mesi 2018) contro una media nazionale del 10,5%. E va detto che il 21,4% di disoccupazione non significa che il 78,6% della popolazione lavora. Infatti – prosegue Di Dio – il sistema di rilevazione edulcora i dati ancora più atroci, perché registra solo il tasso tra quelli che cercano lavoro. A questa percentuale va aggiunta quella gigantesca di coloro che il lavoro nemmeno lo cercano non perché non vogliano lavorare, ma perché hanno perso addirittura ogni speranza di trovarlo e a quel già sconfortante 21,4% deve sommarsi il 38,1% di  giovani che oltre a essere disoccupati non frequentano più la scuola, l’università o un corso di formazione professionale. E se il 38,1% per cento regionale è preoccupante – sottolinea Patrizia Di Dio – ancora più allarmante è che in questa classifica il podio per province sia tutto siciliano. Palermo è la città metropolitana con i dati più allarmanti in Italia: fra i cittadini che hanno un’età compresa fra 15 e 29 anni i “Neet” sono il 41,5%. Solo poco meglio fanno Catania, con il 40,1%, e Caltanissetta, con il 39,8”.

“Un po’ poco per essere fiduciosi rispetto a un futuro nel quale l’eventuale rallentamento mondiale si ripercuoterebbe sull’economia italiana, con la solita triste regolarità di colpire maggiormente le aree del Sud e tra queste la Sicilia – prosegue Patrizia Di Dio -. Andrebbe fatta una riflessione su come contrastare eventuali momenti difficili che potremmo incontrare nei prossimi 12 mesi. Oggi, ritengo, si debba puntare su quelli che sono i servizi alla persona e sul quanto ruota attorno al turismo deve diventare la bussola per le politiche pubbliche, a sostegno della parte più dinamica dell’imprenditoria privata. Purtroppo – conclude la presidente di Confcommercio Palermo – i dati di nati-mortalità delle imprese, non segnalano una particolare facilità di intrapresa: anzi, per i fondamentali settori di commercio e industria i dati sono decisamente negativi.